Cosa dicono i nostri esperti
Attraverso i nostri giochi, diamo voce ai nostri esperti. Grazie alla loro prospettiva siamo in grado di informare operatori, assistenti e pazienti sui benefici di ogni gioco e sulle funzioni cognitive che va a coinvolgere.
Il team di Access+ vi augura buon gioco!
Anick Pelletier
Insegnante di sostegno, dottore in scienze accademiche e sociali
«La linea di giochi Access+ è espressamente adattata per supportare il recupero dei disturbi cognitivi. »
Cédric Gueyraud
Dottore in Scienze dell’Educazione, direttore del centro nazionale di formazione francese per le professioni nel campo del gioco e del giocattolo (FM2J) e docente capo presso le università di Lione 1 e Lione 2.
«Il gioco crea uno spazio per essere liberi, indipendenti e creativi, favorendo un senso di appagamento. I giochi sono un oggetto culturale, un supporto educativo e terapeutico, nonché un motore sociale.»
Christophe Debien
Operatore psichiatrico
«Giocare per guarire, forse... ma giocare per tranquillizzare, rafforzare e crescere, senza dubbio. I giochi sono tra i tanti strumenti di facilitazione che utilizziamo ogni giorno nei servizi di assistenza, sia per stimolare la memoria, sia per migliorare le capacità di attenzione e di proiezione, oppure per riattivare le abilità motorie.»
Mathilde Tro
Direttrice del Dipartimento di assistenza non farmacologica - Korian (Francia)
«I giochi sono uno strumento per stimolare le abilità dando priorità alle nozioni di piacere e di condivisione. »
Philippe Robert
Docente di psichiatria
"I giochi da tavolo aiutano le persone a vivere meglio, migliorandone la qualità di vita."
Anick Pelletier
Insegnante di sostegno, dottore in scienze accademiche e sociali
Anick Pelletier lavora con gli studenti che vivono con una disabilità o con difficoltà di adattamento e di apprendimento dal 2003. È la fondatrice della clinica Optineurones e del programma di formazione OptiFex. È anche docente e istruttrice, autrice della Guide des jeux de société pour apprendre en s’amusant (Guida all’utilizzo dei giochi da tavolo per imparare divertendosi). Creatrice di tre giochi, gestisce il canale YouTube OptiJeu e ha ideato il progetto di ricerca JEuMETACOGITE.
Al giorno d’oggi, i giochi da tavolo occupano un posto di rilievo nelle relazioni familiari e di amicizia. I benefici che i giochi apportano sono ancora più importanti se si parla di bambini, in quanto aiutano a sviluppare diverse abilità. Quando un bambino gioca a un gioco da tavolo, a condizione che questo sia stato scelto con cura (livello di complessità adatto alla sua età, fascino visivo, senso di realizzazione, grado di divertimento ecc.), si sviluppa immediatamente un’apertura emotiva. Questa apertura naturale permette al bambino di utilizzare le sue risorse intellettuali ed esecutive senza necessariamente avvertire lo sforzo che sta compiendo. Inoltre, grazie all’intrinseca natura sociale dei giochi da tavolo, questa attività divertente aiuta i bambini a sviluppare abilità sociali. I bambini devono dimostrare flessibilità, aprendosi alle idee degli altri giocatori e adattando le proprie reazioni alle azioni degli altri giocatori oltre che alle regole del gioco. I bambini imparano anche a impegnarsi e a rafforzare le loro funzioni cognitive ed esecutive, nonché le abilità specifiche richieste da un gioco: controllo delle emozioni e dell’impulsività, pianificazione e organizzazione, memoria, linguaggio, logica, abilità matematiche ecc.
I giochi da tavolo hanno dimostrato di essere un modo efficace per stimolare queste funzioni, che possono essere carenti nei bambini con disturbi cognitivi, dello sviluppo o di altra natura. Una volta implementato, questo mezzo ludico diventa un ottimo strumento di valutazione, attivazione e recupero per lo sviluppo del bambino. La linea di giochi Access+ è stata progettata per aiutare le famiglie e gli operatori a raggiungere questi obiettivi. Offre una varietà di giochi che sono stati adattati per renderli più facili da giocare e che introducono le persone a giochi sociali (regole semplificate, adattamenti visivi e tattili ecc.). Inoltre, questi adattamenti alleggeriscono il carico mentale (non richiedono di destreggiarsi tra più elementi contemporaneamente) e consentono di giocare in contesti specifici. Questa linea di giochi è stata espressamente adattata per supportare il recupero di specifici disturbi cognitivi, esecutivi, sociali, comportamentali o di apprendimento. Ogni creazione Access+ ha quindi la sottigliezza di creare facilmente un’apertura emotiva e momenti di semplice piacere, stimolando al contempo alcune funzioni e abilità che possono essere carenti, per poi lavorare delicatamente su di esse.
Cédric Gueyraud
Dottore in Scienze dell’Educazione, direttore del centro nazionale di formazione francese per le professioni nel campo del gioco e del giocattolo (FM2J) e docente capo presso le università di Lione 1 e Lione 2.
Cédric Gueyraud gestisce il centro nazionale di formazione per le professioni nel campo del gioco e del giocattolo (FM2J) e tiene numerose sessioni di formazione e conferenze per i professionisti e/o gli assistenti che vogliono utilizzare i giochi con le persone più vulnerabili. È autore di diverse pubblicazioni, tra cui una tesi di dottorato intitolata Jeu et maladie d’Alzheimer (Giochi e malattia di Alzheimer).
Tutti possono avere un lato ludico, ma quando le persone vivono con una disabilità o hanno sviluppato alcune patologie legate all’età, è più difficile per gli assistenti e gli operatori sanitari riuscire a tirarlo fuori. È fondamentale che le persone più vulnerabili abbiano accesso ai giochi, visti tutti i benefici che essi offrono. Il gioco crea uno spazio per essere liberi, indipendenti e creativi, favorendo un senso di appagamento. Per i professionisti e gli assistenti, i giochi sono un oggetto culturale, un supporto educativo e terapeutico, nonché un motore sociale. Lo scopo di un gioco non deve essere modificato per promuovere questi interessi. Al contrario, più un gioco rimane divertente, più benessere e appagamento infonderà nei giocatori. Detto questo, di fronte a certe fragilità, gli operatori sanitari o gli assistenti possono assegnare al gioco un obiettivo esterno, rendendolo a volte un po’ troppo serio o didattico. Inoltre, non è sempre facile scegliere un gioco adatto. Per compensare la difficoltà di alcuni giochi, si può tendere a voler aiutare il giocatore… Anche se con buone intenzioni, ci si dovrebbe ricordare che un ‘buon’ gioco è sempre quello che il giocatore ha scelto o accettato di giocare e che richiede poco o nessun aiuto esterno. Con i suoi giochi adattati, la linea Access+ rafforza l’autostima e il riconoscimento sociale delle persone più vulnerabili, dando loro l’opportunità di godere di una maggiore autonomia in giochi ad alto valore di intrattenimento. In questo modo possono continuare a divertirsi con i giochi e a ricevere i benefici che essi offrono.
Christophe Debien
Operatore psichiatrico
Christophe Debien è un operatore psichiatrico impegnato nell’implementazione del sistema di monitoraggio VigilanS in Francia. È anche responsabile della divisione di intervento 3114 per la prevenzione del suicidio a livello nazionale, gestita dal centro ospedaliero universitario di Lille in Francia.
Giocare per guarire, forse… ma giocare per tranquillizzare, rafforzare e crescere, senza dubbio. Probabilmente è per questo che i giochi sono tra i tanti strumenti di facilitazione che utilizziamo ogni giorno nei servizi di assistenza, sia per stimolare la memoria, sia per migliorare le capacità di attenzione e di proiezione, oppure per riattivare le abilità motorie. Ma i giochi fanno molto di più: creano un momento di condivisione, uno spazio in cui le prestazioni contano molto meno del modo in cui ognuno interagisce con l’altro.
I giocatori imparano a riconoscere le proprie emozioni, ad accettarle, a esprimerle e a confrontarle con ciò che provano anche gli altri. Imparano a raccontare cose, a volte anche su loro stessi, e soprattutto, a costruire ricordi condivisi. Il gioco è un mezzo di evasione. I giocatori si creano uno spazio e un tempo personali in cui dimenticare o accettare la difficile vita di tutti i giorni.
La nuova linea di giochi Access+ non solo rende il divertimento dei giochi accessibile agli assistenti e alle persone di cui si occupano, ma fa molto di più. Rende possibile l’utilizzo dei giochi come parte dell’assistenza adattandoli e trasformandoli in modo che tutti, famiglie, terapisti e pazienti, possano crescere insieme. Giocare per guarire, forse… ma giocare come metodo di cura, senza dubbio.
Mathilde Tro
Direttrice del Dipartimento di assistenza non farmacologica - Korian (Francia)
Durante il secondo anno del Master in psicologia, con specializzazione in gerontologia, Mathilde Tro è entrata a far parte del gruppo Korian nel febbraio 2014, dopo aver ricoperto diverse posizioni in strutture per anziani, centri di assistenza e riabilitazione, e unità cognitivo-comportamentali. Ha contribuito a implementare un supporto terapeutico basato sulle capacità dell’individuo, in risposta all’invecchiamento patologico. Dal 2021 dirige il Dipartimento di assistenza non farmacologica.
Il gioco è importante a qualsiasi età! I bambini e gli adulti giocano, quindi perché gli anziani non dovrebbero farlo? La convinzione diffusa che i giochi o i giocattoli siano rivolti solo ai bambini può far sembrare impensabile l’utilizzo di questo strumento con gli anziani. Eppure, i giochi possono essere uno strumento molto utile per sostenere gli anziani affetti da una patologia neurodegenerativa. Quando gli assistenti giocano con un anziano, la base dell’interazione è quella tipica del gioco.
Di conseguenza, non è importante essere l’assistente o la persona bisognosa di cure; entrambi sono attori in questa situazione e quindi uguali in termini di regole, con l’obiettivo di godere di un momento di benessere. Poiché l’errore è consentito nel contesto del gioco, non è considerato un fallimento, purché la difficoltà del gioco sia adattata alle capacità della persona. Questo adattamento (insieme alla preparazione) è la chiave per una sessione di gioco che sia di successo per tutti i partecipanti.
Il gioco può essere usato come strumento per stimolare e mantenere le abilità e poi, una volta che la malattia raggiunge uno stadio molto avanzato, può aiutare a dare priorità alle nozioni di piacere e di condivisione. Tuttavia, questa fase può rappresentare un’insidia per l’assistente, se non si fa attenzione a non infantilizzare la persona. Gli anziani devono poter continuare a esercitare il loro libero arbitrio, indipendentemente dalla patologia e dalla sua evoluzione. Quindi, dovrebbero essere loro a scegliere il gioco che desiderano, o come desiderano giocarlo, e il professionista dovrebbe seguire il loro esempio con l’aiuto dei giochi Access+.
Philippe Robert
Docente di psichiatria
Philippe Robert è professore di psichiatria presso l’Università Côte d’Azur, direttore del suo centro di ricerca Cognition, Behaviour & Technology (CoBTeK), nonché del dipartimento di logopedia.
Difficoltà a concentrarsi, a ricordare, a organizzarsi per attività ricreative o professionali, mancanza di motivazione, di emozioni, perdita di interesse per le relazioni con gli altri…
Questi possono essere segnali di diverse malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e disturbi ad esso collegati, ma anche di disturbi neuropsichiatrici, come gli stati depressivi, lo stress psicotraumatico o la schizofrenia.
Da diversi anni gli operatori sanitari mostrano un forte interesse per l’utilizzo di approcci non farmacologici per queste patologie. Realizzati individualmente o in gruppo, questi interventi utilizzano una moltitudine di mezzi e supporti, compresi i giochi da tavolo!
Nel giugno 2021, un gruppo di esperti composto da clinici, ricercatori, assistenti, artisti e specialisti del gioco si è riunito per definire il ruolo che i giochi da tavolo possono svolgere negli interventi non farmacologici. Le raccomandazioni di questi esperti sottolineano che i giochi dovrebbero essere usati principalmente per stimolare le funzioni cognitive, la motivazione e le emozioni positive, oltre che favorire l’interazione sociale. A seconda del tipo di patologia e del suo grado di gravità, è utile adattare il livello di difficoltà del gioco per evitare che la persona provi un senso di sconfitta e sia favorito invece il suo successo. Queste raccomandazioni sono state applicate alla linea di giochi Access+.
I giochi da tavolo non sono farmaci che curano i disturbi mentali. Fanno molto di più, perché aiutano le persone a vivere meglio, migliorandone la qualità di vita.
Divertitevi a giocare!